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Volver |
Madleine
Reg.: 02 Ago 2005 Messaggi: 323 Da: trento (TN)
| Inviato: 23-05-2006 13:58 |
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quote: In data 2006-05-11 00:52, Albysat scrive:
Aldomovar?????quello della mala education?
Non guarderò mai + un suo film...
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AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH
[ Questo messaggio è stato modificato da: sandrix81 il 25-05-2006 alle 00:19 ] |
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Arwen1
Reg.: 29 Apr 2006 Messaggi: 218 Da: pescara (AQ)
| Inviato: 23-05-2006 14:14 |
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io vado a vederlo oggi pomeriggio,ma da come ne ho sentito parlare dovrebbe essere un bel film...
_________________ Una mattina a sangue freddo le infilai un cappio al collo e la appesi al ramo di un albero;l'impiccai con gli occhi pieni di lacrime e col + amaro rimorso nel cuore;l'impiccai perchè sapevo che mi aveva amato...
Edgar Allan Poe |
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ines49
Reg.: 15 Mag 2004 Messaggi: 376 Da: PADOVA (PD)
| Inviato: 24-05-2006 23:50 |
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Dopo gli eccessi della mala educacion finalmente un coinvolgente, intenso, ma misurato, e commovente film. Sicuramente quando Almodovar tratta l'universo femminile riesce a dare il massimo di se. Ottime le "sue" attrici. Mi è piaciuta molto la scena di tutte le donne vestite di nero alla veglia funebre della zia riprese dall'alto, che sciamavano attorno alla povera Sol quasi fagocitandola. |
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TesPatton
Reg.: 09 Giu 2004 Messaggi: 7745 Da: Pn (PN)
| Inviato: 25-05-2006 00:03 |
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Peccato aver trovato subito i posti per il Codice Da Vinci visto che la seconda scelta era Volver. Mi sono procurata Parla con lei subito dopo aver visto la Mala Educacion. Intanto mi guardo quello e aspetto di procurarmi anche Volver.
_________________ Spegni la candela, non voglio vedere il colore dei miei pensieri. |
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barb82
Reg.: 19 Mag 2006 Messaggi: 14 Da: treviso (TV)
| Inviato: 25-05-2006 18:33 |
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Credo che Volver sia il più bel film di Almodovar. Forse sto esagerando, ma l'ho appena visto e sono entusiasta. La storia di affetto tra le donne è semplicemente commovente e realistica nella narrazione. Bello, bello, bello... |
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penny68
Reg.: 14 Nov 2005 Messaggi: 3100 Da: palermo (PA)
| Inviato: 25-05-2006 18:37 |
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quote: In data 2006-05-25 18:33, barb82 scrive:
Credo che Volver sia il più bel film di Almodovar. Forse sto esagerando, ma l'ho appena visto e sono entusiasta. La storia di affetto tra le donne è semplicemente commovente e realistica nella narrazione. Bello, bello, bello...
| Sul fatto che sia bello( e ne ho già trattato nella pagina precedente) non vi è alcun dubbio,ma se dobbiamo stare agli ultimi suoi capolavori,ho amato su tutti Parla con lei. |
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kubrickfan
Reg.: 19 Dic 2005 Messaggi: 917 Da: gessate (MI)
| Inviato: 25-05-2006 23:27 |
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il migliore di pedro ( da cui volver trae radici ) e' tutto su mia madre.
_________________ non solo quentin ma nel nome di quentin...quentin tarantino project
QUENTIN TARANTINO PROJECT |
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Goose76
Reg.: 16 Ago 2003 Messaggi: 224 Da: treviglio (BG)
| Inviato: 29-05-2006 12:25 |
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Certi commenti denotano un livello infimo di cultura.D'altra parte i bambini nei musei sia annoiano: è roba da grandi. |
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badlands
Reg.: 01 Mag 2002 Messaggi: 14498 Da: urbania (PS)
| Inviato: 29-05-2006 13:31 |
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quote: In data 2006-05-22 12:12, Schizobis scrive:
VOLVER di Pedro Almodovar 2006 (Nostos, il ritorno a Itaca)
Probabilissima Palma d’oro a Cannes.
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ma anche no.
devo ancora vederlo,non mi aspetto troppo,i suoi film mi han sempre lasciato indifferente,specie gli ultimi,quelli della sua commercializzazione.lo trovo sempre troppo pesante nei confronti del maschio,un antimisogino,se la parola esistesse.
ciao! |
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angelonero
Reg.: 13 Mar 2006 Messaggi: 969 Da: rieti (RI)
| Inviato: 29-05-2006 13:43 |
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quote: In data 2006-05-29 13:31, badlands scrive:
quote: In data 2006-05-22 12:12, Schizobis scrive:
VOLVER di Pedro Almodovar 2006 (Nostos, il ritorno a Itaca)
Probabilissima Palma d’oro a Cannes.
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ma anche no.
devo ancora vederlo,non mi aspetto troppo,i suoi film mi han sempre lasciato indifferente,specie gli ultimi,quelli della sua commercializzazione.lo trovo sempre troppo pesante nei confronti del maschio,un antimisogino,se la parola esistesse.
ciao!
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effettivamente il fatto che abbia sempre dipinto mondi coloratissimi in cui a farla da padrone sono sempre e solamente donne è un pò riduttivo nei confronti dell'uomo, che nei suoi film è relegato al claustrofobico ruolo o di semplice fecondatore o di omosessuale-checca isterica..
però nel complesso c'è un non sò che di magico nelle sue atmosfere che rapisce l'attenzione e lo sguardo.
tra tutti i suoi film quello che ho apprezzato di più è anche per me 'Parla con lei'..
_________________ Vivo, inaspettatamente, tuo prigioniero e prigione. |
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liliangish
Reg.: 23 Giu 2002 Messaggi: 10879 Da: Matera (MT)
| Inviato: 29-05-2006 22:29 |
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Amara delusione... L'universo femminile tanto decantanto di Almodovar si rinchiude su se stesso in questo film così poco calibrato, dove la suspence si dilata nella noia, rendendo prevedibile ogni colpo di scena, e più di tutti quello finale. Certo un film interessante che ricalca però schemi già consolidati.
Insomma, è un buon Almodòvar ma resta il solito Almodòvar, con una Carmen Maura un po' più invecchiata e una Penelope Cruz con le tette nuove che sembra scimmiottare, piuttosto che trarne ispirazione, la Loren prima maniera, con un personaggio ingombrante ma ben poco solido, almodovarianamente pacchiano ma solo in apparenza appassionato, perché la passione di Raimunda non ha oggetto, è tutta di facciata.
La mia impressione è stata che Almodòvar abbia sacrificato il proprio film sull'altare del divismo della Cruz, lasciando che su di essa si appuntassero gli sguardi degli spettatori mentre maggior valore hanno le linee d'ombra della sceneggiatura, il toccante personaggio di Carmen Maura e la pallida esistenza di Soledad.
Anche la smaccata critica allo sciacallaggio televisivo strappalacrime è volutamente troppo sopra le righe per risultare interessante.
Ottimi titoli di coda.
_________________ ...You could be the next. |
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vietcong
Reg.: 13 Ott 2003 Messaggi: 4111 Da: roma (RM)
| Inviato: 20-06-2006 00:10 |
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Volver: ovvero la vagina non-dentata (per maschi come questi basta un sol boccone)
(!spoilers di cui non ce ne frega un cazzo)
Nel film-dentro-il-film di Parla con lei un uomo rimpicciolito sino a dimensioni minuscole entrava nella vagina di una donna, per non uscirne più. Può darsi che quell’omino sia l’immaginazione stessa di Pedro Almodòvar, almeno all’altezza di questo suo ultimo film, Volver. Dopo averci inflitto le checche crudeli del quasi noir La Mala Educaciòn, il regista spagnolo ritorna ad offrirci un lavoro di un qualche interesse. Non sono stati in pochi a notare la negatività dei personaggi maschili in Volver come anche in altri fra gli ultimi film di Almodòvar. Ma qui più che la negatività (in fondo il vicino di casa che lascia il ristorante a Penelope Cruz è positivo, seppure personaggino – ed è proprio questo il punto), a colpire è proprio l’assenza, la mancanza (“Amante Menguante”, cioè calante, si chiama il mini film di Parla con Lei).
In Volver si celebra il principio femminile che ha ormai preso il sopravvento su quello maschile. Il gioco è complesso ma a volte sembra assumere tratti grossolani: si veda la caratterizzazione stereotipata di Paco, il marito di Penelope Cruz che si ubriaca davanti alla partita di calcio, concupisce la figliastra e si masturba nel letto in seguito a un rifiuto della moglie. In effetti, in generale il film è meno brillante (o più irritante) quando la polarità uomo/donna è risolta su un piano qualitativo (bene/male) piuttosto che quantitativo (presenza/assenza), indirizzandosi più sull’idealizzazione della femminilità che sulla descrizione delle dinamiche affettive fra le protagoniste. Non è un caso che Sol, la più “zitella” delle due sorelle (non ha più uomini e non ne cerca) riceva la massima approvazione dalla madre-fantasma, che nel mondo del film è regolatrice e garante del mondo femminile.
La mascolinità insomma, viene declinata soltanto attraverso dimensioni che ci spostano dal presente e dalla presenza: rimozione (a volte, bisogna riconoscerlo, bruciante e tutta da affrontare, altrimenti non ci sarebbe nemmeno narrazione), tentazione, nostalgia. La tentazione è costituita dal giovane membro della troupe che flirta con Penelope, una strada che il film chiude senza particolari spiegazioni, per pura coerenza ideologica, verrebbe da dire. La nostalgia si ha in un breve momento contemplativo tornando sul luogo della poco ortodossa sepoltura di Paco, che si guadagna quel minimo di rispetto e considerazione che il suo omicidio privo di vere conseguenze gli aveva tolto, relegandolo al ruolo di mero impaccio fisico. Nessuno piange la sua morte in quanto tale e nessuno viene a indagare sulla sua sparizione: la polizia e l’autorità sono emanazioni troppo maschili per entrare davvero nel mondo di Volver, dove solo alle donne è concesso attendere che qualcuno “vuelva”. Al limite di sparizioni se ne può occupare la pettegola e ipnotica tv spazzatura, ma in modo inefficace, in quanto istituzione mostrificata.
Ormai il fuori campo è la dimensione propria dell’uomo, che non è più presente nemmeno per fare brutta figura: corna, incesti, stupri tentati o riusciti, niente avviene sotto i nostri occhi ma solo nel racconto delle protagoniste. Anche il più drammatico di questi traumi in realtà è narrato unicamente come la frattura che tiene innaturalmente separate madre e figlia. Nessuno avverte la necessità di riconciliarsi o di riscattare la figura paterna; è la madre che deve tornare e a cui si deve tornare, in un movimento che forse è un ritorno su se stesse. L’errore del padre (da cui deriva quello della madre, che poi è peccato veniale al confronto) deve essere semplicemente dimenticato per poter realizzare una specie di eden femminile fondato sulla solidarietà e sulla generosità compassionevole.
Fuori campo il maschio e fuori campo anche il conflitto (tutto legato a eventi passati), in un film in cui le protagoniste sembrano attraversate da un’unica potentissima corrente emotiva, una specie di melassa affettiva per cui nessuna può essere davvero arrabbiata con le altre, e persino la caratterizzazione dei personaggi appare sottotono, come se l’appartenenza famigliare avesse la meglio sull’individuo (la Cruz, visto il trauma che ha vissuto, potrebbe anche essere più rancorosa, o più fragile). Più che la tensione, in un film in cui di fatto non accade moltissimo (ma abbastanza per rimanere nel genere melodramma), a dominare è la distensione: lo sciogliersi rapido degli scetticismi e delle conflittualità, ma soprattutto i numerosi siparietti con i personaggi minori, con cui si parla di tutto e quindi di niente. Raccontati con calore affettuoso e precisione quasi voyeristica, fanno pensare a un bambino che ascolti le conversazioni delle donne di casa, non necessariamente approvando, ma traendone comunque una sorta di conforto. Che poi è anche un po’ il piacere dello spettatore che, sebbene difficilmente possa credere alla verità metafisica di questo gineceo utopico, può facilmente venirne invischiato grazie alla simpatia delle sue abitanti, che in qualche modo formano una famiglia perfetta di sole donne.
_________________ La realtà è necessaria a rendere i sogni più sopportabili |
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penny68
Reg.: 14 Nov 2005 Messaggi: 3100 Da: palermo (PA)
| Inviato: 20-06-2006 00:19 |
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Commento che toglie ogni dubbio.Interessante. |
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vietcong
Reg.: 13 Ott 2003 Messaggi: 4111 Da: roma (RM)
| Inviato: 20-06-2006 00:46 |
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penny68
Reg.: 14 Nov 2005 Messaggi: 3100 Da: palermo (PA)
| Inviato: 20-06-2006 00:50 |
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quote: In data 2006-06-20 00:46, vietcong scrive:
che dubbi?
| I dubbi che stanno alla base del mancato apprezzamento di questa pellicola da parte di molti e che tu hai sapientemente sciolto. |
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